«Avete mai visto uno di quei film in cui il protagonista non sa di essere morto e quando si sveglia è un fantasma? Per me era esattamente così. Ero invisibile... ero il ragazzo fantasma.»
Una storia che colpisce ed emoziona. Lo scafandro e la farfalla a lieto fine.
The Sunday Times
«Il ragazzo che si risvegliò uomo» è la storia di Martin, un ragazzino di dodici anni che un giorno tornò da scuola sentendosi poco bene. Rapidamente peggiorò, perse la voce, smise di mangiare, i suoi movimenti si fecero sempre più lenti e faticosi finché, nell’arco di un anno e mezzo, si ritrovò completamente immobilizzato, in stato vegetativo. Una sconosciuta malattia neurologica degenerativa aveva intaccato tutte le sue funzioni vitali. E sebbene la diagnosi fosse incerta, la prognosi non lasciava speranza.
Ma contro ogni ragionevole aspettativa, dopo alcuni anni Martin riemerse dallo stato di incoscienza e cominciò a percepire il mondo intorno a sé senza però che gli altri se ne rendessero conto. Fino a quando, dopo otto lunghissimi anni, un’assistente particolarmente attenta comprese che Martin era cosciente, e convinse i genitori e i medici particolarmente scettici a insistere con le terapie: da quel momento, molto lentamente, Martin si liberò della corazza in cui si era trovato imprigionato.
Oggi, Martin ha ripreso l’uso della parte superiore del corpo e, benché non abbia recuperato la voce, grazie all’uso del computer ha potuto raccontare la sua storia, la storia di un’anima impossibilitata a comunicare con il mondo esterno e tuttavia presente a se stessa, ma anche la storia di un risveglio alla vita profondamente emozionante e commovente.
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