Dall’alba dei tempi le piante sono in grado di sfruttare le risorse disponibili trasformando a proprio vantaggio interi territori attraverso processi che rafforzano l’ecosistema e garantiscono una convivenza felice tra flora e fauna. Noi esseri umani, al contrario, quelle risorse non facciamo altro che saccheggiarle, finendo per rappresentare una minaccia per la biodiversità e portando gradualmente all’estinzione di molte specie – inclusa la nostra. Ma se davvero siamo, come la scienza ha sempre sostenuto, gli organismi più intelligenti ed evoluti della Terra, come è possibile che proprio noi la stiamo distruggendo? Per quale motivo non riusciamo invece a instaurare un rapporto armonico con l’ambiente che ci circonda? Peter Wohlleben cerca di rispondere a queste domande a partire da un’osservazione all’apparenza banale: subordinati alle stesse leggi cui sono soggette tutte le altre creature, anche noi uomini «siamo pur sempre animali» – animali razionali, certo, ma guidati dall’istinto più di quanto saremmo forse propensi a credere. Conoscere e accettare «la natura che è in noi» sarà il primo passo necessario per ristabilire un equilibrio con il nostro pianeta, per guarire le ferite che gli abbiamo inferto e dunque per impegnarci a costruire un futuro degno di essere vissuto.